Come ho già detto altre volte ci sono frasi che ti passano davanti agli occhi, e che nella loro semplicità, racchiudono concetti potenti. Stavolta la frase che mi ha colpito è stata questa: “Il sale non viene mai elogiato per essere nel menù, ma quando manca, tutti se ne accorgono”.
E’ un qualcosa che accade spesso, il dare per scontato la presenza di qualcuno e commettere l’errore di non valorizzarla adeguatamente e ripetutamente. Può essere un genitore, il partner, un figlio, un amico o qualsiasi altra figura, inclusi noi stessi, che grazie alla costante presenza, permette di “gustare” la vita o di far sì che essa proceda senza scossoni destabilizzanti. Ognuno sa che quel “sale” c’è, e pur conoscendone l’importanza, non ne viene assaporata ed esaltata la presenza. Ma ogni tanto succede che questa figura viene a mancare e di botto ci si rende conto di quanto l’assenza di “sale”, renda sciapo il contesto che resta, di quanto diventi insipido il vivere quotidiano o peggio ancora diventino non “appetibili” alcuni sforzi che si fanno per andare avanti.
La superficialità nei rapporti con gli altri, a lungo andare produce solitudine ed una volta che un rapporto si scioglie perché non è stato valorizzato, capita che diventi difficile tornare indietro. Chi è stato “sale” per la vita degli altri ed arriva a rendersi conto che non viene mai visto perché tanto sanno che c’è, capita che decida di “sciogliersi” da quel legame e come tutti sanno, una volta sciolto, il sale non si riforma più.
Imparate a dare il giusto peso a tutti e a tutto soprattutto in positivo, fate caso all’atmosfera che crea un complimento. Siamo sempre pronti a riversare sugli altri rivendicazioni ed improperi quando qualcosa non ha funzionato, mentre siamo “tirchi” di complimenti quando riceviamo qualcosa di bello, addirittura riesce difficile anche sorridere a mo’ di saluto quando si incrocia uno sguardo. Non è difficile invertire la tendenza e non immaginate nemmeno quanto faccia stare bene chi il complimento o il ringraziamento lo fa e chi lo riceve. L’ho ribattezzato effetto Grecia, e ve ne parlerò nel prossimo articolo.