L’altro giorno, parlando con una mia paziente, è uscito un tema molto interessante. Il tema era la disponibilità ad uscire con qualcuno a patto che vi fosse sempre una via d’uscita per “scappare” dall’appuntamento in caso di necessità. Lo “scappare” non era riferito ad un solo fatto di sicurezza, bensì alla paura di rimanere obbligati ad essere presenti sino alla fine dell’appuntamento anche quando la voglia è di essere da un’altra parte.
Il discorso è ovvio che riguarda i primi appuntamenti, quelli che non si sa come si svolgeranno. Magari qualcuno che si riteneva simpatico non è affatto tale quando il tempo è più lungo. L’ansia di non sapere come si svilupperà ad esempio il dopo cena, quando si percepiscono nell’altro delle aspettative che non sono anche le proprie o ancora un incontro dove la conversazione non parte rappresentano altri esempi che portano ad una vera e propria voglia di fuga.
Ebbene, non pochi, tra uomini e donne, preferiscono vedersi direttamente sul posto così da avere il mezzo per allontanarsi se la situazione dovesse diventare noiosa o insostenibile. Si trova una scusa e si scappa con il classico “scusami, ci risentiamo” che significa in verità “a mai più”.
Sinceramente non trovo nulla di strano in questa particolare manifestazione d’ansia. Dobbiamo sempre tenere presente che in un qualsiasi rapporto la soddisfazione deve essere reciproca e credo che non si debbano utilizzare momenti della nostra vita, solo per accontentare gli altri. Se un appuntamento non funziona, non c’è niente di male ad interromperlo, con le dovute maniere. Anzi, il fatto di non essere obbligati a rimanere per forza, forse farà sì che lo stesso appuntamento possa concludersi senza traumi. Del resto se entriamo in un negozio e chi ci assiste non ci piace, ci mettiamo pochi secondi ad uscire dalla porta senza preoccuparsene affatto.
Però una riflessione mi viene di farla. Perché dobbiamo partire pensando alle possibili negatività? Se abbiamo deciso di incontrare qualcuno, è perché qualcosa probabilmente ci è piaciuto: eppure i dubbi ci fanno agire in modalità di difesa. E’ un atteggiamento che può condizionare il nostro modo di relazionarci con gli altri? Se troppo accentuato, sicuramente sì e rischia di farci perdere delle splendide occasioni di socializzazione. Non c’è un modo giusto di agire, ritengo che ognuno debba sempre seguire il proprio modo di essere e sentirsi in pace con sé stesso senza modulare il proprio comportamento per compiacere gli altri.
Per cui, se la “via di fuga” ci fa sentire meglio, teniamola sempre pronta.