La mia intervista a “IL MAMILIO”

La salute mentale, un tema assente. L’intervista con lo psicologo Rodolfo Mariotti”

GROTTAFERRATA (attualità) – Riempire il vuoto con colori ed emozioni: a Grottaferrata è partito un bel progetto (da ilmamilio.it)

A Grottaferrata ha preso vita un progetto che intreccia arte, benessere emotivo e comunità. L’iniziativa “L’Arte – Sostegno Emotivo”, promossa dalla Pro Loco locale, vede protagonista lo psicologo Rodolfo Mariotti, da sempre attento alle dinamiche sociali e al valore della relazione umana. In questa intervista, Mariotti, in questa intervista, ci accompagna in un percorso che spazia tra i benefici dell’espressione creativa, la centralità dello sport come strumento educativo e l’urgenza, sempre più evidente, di riportare la salute mentale al centro del dibattito pubblico.

Come sta procedendo l’iniziativa con la Pro Loco di Grottaferrata “L’Arte – Sostegno Emotivo”?

Prima di tutto ci tengo a ringraziare la Pro Loco per aver pensato a me per questa importante iniziativa e soprattutto per avermi fatto conoscere una persona straordinaria ed un’artista incredibile come Patrizia del Prete. Stanno aumentando le persone che si avvicinano al laboratorio artistico del giovedì pomeriggio ma soprattutto, è bello vedere come una tela, bianca in partenza, si riempia di colori ed emozioni spontanee. Andremo avanti fino a tutto dicembre. Ognuno di noi cercherà di imparare e capire come affinare questa iniziativa in futuro, cercando di coinvolgere sempre più persone che abbiano necessità specifiche.

Quali impressioni vi arrivano da queste iniziative?

La principale è che c’è un bisogno in aumento di abbattere la solitudine emotiva, e purtroppo non solo quella emotiva, di potersi esprimere senza temere giudizi, ma soprattutto un bisogno di supporto sociale e di socialità che mai come in questo periodo sembrano scarseggiare. Siamo in un periodo in cui si tende ad escludere più che ad includere e questo avviene purtroppo anche nelle famiglie. Avere degli spazi dove si viene accolti senza essere “sezionati” diventa cibo per l’anima.

Leggendo gli articoli che pubblica nel blog del suo sito (www.rodolfomariotti.it) si percepisce che per lei, le dinamiche sociali rappresentino una sorta di focus preferenziale, anche per la sua attività di psicologo.

E’ inevitabile che sia così. Dalle esperienze che mi vengono esposte dai miei pazienti, si percepisce che molti dei problemi che si trovano a dover combattere, derivino da esperienze di vita e dalla pressione di affrontare situazioni in cui il giudizio è un elemento centrale. Ogni relazione, a partire da quelle familiari, è influenzata dalle dinamiche di vita che si affrontano o che affrontano coloro che fanno parte del proprio mondo. Per gli adolescenti questo è ancora più accentuato sia dal doversi adeguare, purtroppo, a modelli comuni sia dall’essere sempre più vittime di un’apposizione di etichette diagnostiche comportamentali, anche quando non è affatto necessario.

La sua storia racconta anche di un grande impegno nello sport.

Come amo dire spesso, niente è più sociale dello sport e la mia tesi è stata proprio sulla Psicologia dello Sport. Ho vissuto da direttore sportivo la pallanuoto femminile ai massimi livelli nazionali ed internazionali, mentre ora seguo professionalmente delle atlete nazionali di beach volley durante il campionato italiano che si svolge in estate ed anche dei ragazzi nel tennis.  Mi piace assistere frequentemente ad incontri di volley anche per un progetto che ho in testa, per il quale però serve tempo e che mira a permettere a chiunque di fare sport senza esborsi economici eccessivi che spesso mettono in difficoltà le famiglie con più figli. Lo sport insegna a gestire i fallimenti, a fare i conti l’ansia creando i percorsi per superarla, ma anche a capire che impegno e costanza possono aiutare nella crescita personale. Lo sport tiene lontano dalla strada ed ha un potere aggregante unico ma soprattutto incanala le energie verso degli obiettivi sani.

C’è un qualcosa che la preoccupa visto quello che ci ha detto?

Sì ed è la quasi totale disattenzione rispetto al tema della salute mentale ed alle problematiche sociali ad essa correlate. Ma è un tema che merita di essere approfondito con più spazio. Ho avuto la fortuna di svolgere il mio tirocinio all’interno dell’ SPDC di Frascati, cioè nel reparto psichiatrico. E’ stata una scuola umana che mi ha segnato più di qualsiasi altra cosa ed è stato proprio in quel periodo che mi sono reso conto delle difficoltà enormi che vivono pazienti e famiglie che si trovano ad affrontare quel tipo di disturbi. Mi ribolle il sangue quando sento parlare di “riaprire i manicomi”, senza nemmeno rendersi conto di cosa fossero davvero.

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